La misteriosa Sindone di Torino

 

L'INTERVENTO DI RESTAURO: CRITERI E TAPPE

Fonte: la relazione del professor Piero Savarino, assistente scientifico del Custode della Sindone, pubblicata dal settimanale della Diocesi di Torino

© La Voce del Popolo - Torino

 

  


Dopo l'avallo della Santa Sede, si è proceduto; ma per gradi, con mezzi proporzionati alla situazione, da verificarsi momento per momento. Ad un'osservazione microscopica con un'apparecchiatura della dottoressa Tomedi, è risultato che il materiale carbonioso era presente pure sulla tela d'Olanda e su parti sindoniche lontane dalle bruciature; su questi ultimi siti non c'è stato intervento per non creare alterazioni tali da rendere impossibili nuove ricerche.

[Foto dal volume "Sindone le immagini 2002" a cura di Giuseppe Ghiberti, Editrice ODPF, proprietà Arcidiocesi di Torino]

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Ecco i criteri dell'intervento:

Asportazione delle parti inquinanti sui bordi delle bruciature.

Raccolta, catalogazione - considerando la posizione - e consegna al Custode delle parti asportate sui bordi delle bruciature e senza fare tagli.

Ripristino di un telo di supporto per dare adeguato sostegno meccanico alla Sindone.

Sono state effettuate osservazioni e misure sulla parte posteriore del Lenzuolo, difficilmente eseguibili in tempi successivi, utilizzando uno strumento costruito apposta e capace di portare i diversi sensori direttamente sui siti di misura (sistema studiato dall'ingegner Ardoino della ditta ADL). Contemporaneamente, sono state fatte rilevazioni fotografiche dal gruppo diretto dallo studio del Giandurante nonché scannerizzazioni dal gruppo diretto dal professor Soardo. Inoltre, rilievi fotografici in fluorescenza, da parte del gruppo di lavoro della Polizia scientifica di Torino diretto dal dottor Celìa; registrazioni di spettri di riflettenza UV - VIS, spettri di fluorescenza (ditta Laser Point, a cura del dottor Pellegrini e della dottoressa Caldironi) e spettri Raman (eseguiti dalla ditta Renishow a cura del dottor Tagliapietra e dall'ingegner Orsi. Tutti i risultati delle misure sono stati consegnati al Custode Pontificio arcivescovo cardinal Poletto, per essere a disposizione per successive ricerche.

Si sono fatti prelievi sui siti oggetto di misure spettrofotometriche, con i metodi della suzione e del nastro adesivo, prelievi fatti alla presenza del cancelliere della Curia e quindi prelevati e sigillati dal medesimo. La scelta dei siti è stata fatta dal professor Baima Bollone con l'approvazione della commissione intera. I prelievi, fatti dal professore, sono stati alla presenza della stessa commissione.

Sono state effettuate rilevazioni microscopiche utilizzando l'apparecchiatura messa a disposizione dalla dottoressa Tomedi.

Queste sono le più importanti operazioni eseguite dalla dottoressa Fleury-Lemberg con l'aiuto della dottoressa Tomedi:

La Sindone, per prima cosa, è stata appoggiata su carta di riso neutra, con l'immagine volta al basso. Si è poi scucito il telo d'Olanda e quindi le toppe. Si è allontanato tutto il materiale carbonizzato, polvere assai fine, dai siti posti sotto le toppe. Senza fare tagli, si è asportato il materiale residuo ancor labilmente collegato al telo. In séguito, si è proceduto con le rilevazioni succitate. È quindi iniziata l'operazione di ricucitura della Sindone sul nuovo telo di supporto, rivoltando la Sindone senza mai alzarla distesa, per mezzo di attente variazioni posizionali che ne garantivano l'incolumità piena.

 

TORNA A: Tra il 20 giugno e il 22 luglio 2002, tolti alla Sindone i rattoppi e il telo d'Olanda

TORNA A: L'intervista del 21 settembre 2002 a proposito del restauro

In sintesi

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