Vai alla presentazione di quest'opera

Vai alla pagina con l'elenco degli e-book di Guido Pagliarino

Vai alla pagina LIBRI CARTACEI di Guido Pagliarino editi dopo l'anno 2001

RECENSIONE DI CRISTINA BELLON AL ROMANZO DI GUIDO PAGLIARINO "SVOLTE NEL TEMPO", 0111 EDIZIONI

(Questa recensione è pubblicata sul numero 59 della rivista cartacea "Future Shock")

GUIDO PAGLIARINO, Svolte nel tempo, Zerounoundici edizioni, 2011, pp. 176, € 15,00.

 Recensione

Il romanzo di narrativa scientifica si dipana in un susseguirsi di viaggi nel tempo, all’interno di un’attenta cornice storica e di una ricca dimensione immaginaria.

Un filo rosso collega il 1933, era in cui sulla Terra Mussolini e Hitler lasciano la loro impronta, e l’anno 2113, regolato dalla legge del Cronocosmo.

Nella campagna di Vergiate viene ritrovato “un bolide non rotondo ma dalla strana forma di pietra discoidale”. Mussolini e i suoi ministri, in camicia nera, sono in allarme. Che sia opera di “quell’amico adorante che, parlando in pubblico, soggiaceva a momenti isterici e scadeva in privato nella più grave melanconia piena di paura per il giudizio del mondo e colma di senso d’inferiorità”? Ma il presunto aviomobile non è un marchingegno nazista dell’amico Hitler: altro non è che la “cronoastronave 9” proveniente dal futuro. L’incidente modificherà la storia. Infatti, il destino dei tedeschi cambia a seguito della rapina tecnologica di alcune parti del bolide custodito dagli italiani. La brillante operazione militare, attuata da gloriosi idealisti germanici, echeggia di gloria nel futuro, quando la “cronoastronave 22”, di ritorno da una missione scientifica nel sistema Alpha Centauri, durata 18 ore, trova un mondo diverso: Adolph Hitler V, seduto sul trono dell’Impero Mondiale della Grande Germania, la perdita di ogni valore spirituale e il trionfo dell’ateismo. Di fronte all’orrore di una Terra diversa, i crononauti decidono di saltare nel passato, provando a cambiare gli eventi. Grazie a una perfetta strategia, i membri della spedizione coronano con successo l’operazione storico-chirurgica, ritornando nel futuro, così come in origine l’avevano lasciato. Il profumo della vittoria inorgoglisce il loro cuore e la presunzione di essere infallibili li esalta. Perché non provare ancora? 

La missione archeologica nel secondo pianeta del Sistema Alpha Centauri aveva confermato l’estinzione dei renniani, simili agli umani ma con differenze rilevanti: muso da koala privo di peluria, quattro dita per mano e un marsupio sul ventre delle femmine. Al momento della scomparsa, la civiltà era stata travolta dalle passioni incontrollate e da principi amorali. “I libri non erano desiderati dalla maggioranza, interessata più a certe cose, da nulla ma allettanti le menti incolte, che apparivano sugli schermi televisivi. Era venuta a mancare, in quel benessere materiale, forse come reazione alle rinunce delle generazioni precedenti, l’educazione dei figli al sacrificio, tutto veniva loro concesso”. 

I due Stati-continente di Tinno si erano annientati tra di loro con gas mortali. Il male, che qui viene definito “ente maligno misterioso, mentitore e pervertitore” è presente in ogni luogo e in ogni tempo. Gli è permesso di esistere a causa del nostro libero arbitrio. “Se non ci tentasse sarebbe nulla la libertà nostra e noi varremmo niente, saremmo come pupazzi”. Così, il tarlo di riuscire a salvare i renniani dalla catastrofe s’insinua nella mente dei crononauti. 

“Dopo una brevissima pausa, ella (Margherita, il comandante) aveva seguitato: Come sapete, è vietato intervenire nel passato della Terra, ma nessuna legge impedisce di agire sulla storia di altri pianeti… perché limitarsi a studiare dal vivo la civiltà di Tinno e non provare a salvarla dall’annientamento?”. Il testo qui riportato ci rimanda al primo libro della Bibbia. Da notare come l’autore metta nella bocca di una donna la domanda, dopo una brevissima pausa di riflessione, necessaria affinché lo stesso serpente che aveva sedotto Eva potesse corrompere anche lei. Nei primi quattro versetti del capitolo tre di Genesi, si svolge il colloquio del serpente con la donna che si risolve nell’apoteosi del male. “Non morirete affatto! – dice il serpente - Anzi, Dio sa che quando voi ne mangiaste, si aprirebbero i vostri occhi e diventereste come Dio, conoscendo il bene e il male”. Gli occhi di Eva si aprono ancora prima dell’azione, appena l’intenzione di compiere il peccato s’infiltra nel suo cuore “Allora la donna vide che l’albero era buono da mangiare…”, a testimonianza che il male è ingannatore e si traveste di falsa bellezza per nascondere la sua mera brutalità. Eva non solo risponde positivamente alla chiamata sibilante del serpente ma “ne diede anche al marito, che era con lei, e anch’egli ne mangiò”. Il peccato passa dall’individualità del soggetto all’universalità, estendendosi come la peggiore di tutte le malattie, quella che porta alla morte eterna.

I cosmonauti fanno alcune obiezioni “Dio sarebbe d’accordo che noi, di nostra iniziativa, dessimo ai Renni peccatori, oramai morti da secoli, una nuova possibilità di salvarsi? Queste non dovrebbero essere prerogative esclusivamente divine? Non potrebbe trattarsi di un enorme peccato d’orgoglio?”. La resistenza dura il tempo dei quattro versetti della Genesi, poi la decisione finale: la missione viene approvata da tutti i membri dell’equipaggio e chiamata “Operazione Angeli della Terra”. 

Nella natura dell’uomo, ancora una volta, si trova il seme del peccato originale: la superbia. Nella Divina Commedia, Dante dedica un’intera trilogia alle anime superbe pentite. Le ripone nella prima delle sette cornici in cui è diviso il Purgatorio, gravate nel loro andare da massi troppo grandi rispetto alle loro forze, tanto che una di loro che sembrava poter sopportare di più il carico piangendo parea dicer: 'Più non posso'. Dante si rivolge ai cristiani, a quelli che ancora in terra sono in tempo a cambiare il loro cuore, con un ammonimento: “O superbi cristian, miseri lassi,/ che, de la vista de la mente infermi,/ fidanza avete ne' retrosi passi,/ non v'accorgete voi che noi siam vermi/ nati a formar l'angelica farfalla,/ che vola a la giustizia sanza schermi?” (canto X, v.121-126). Sono coloro che hanno dimenticato che l'uomo è solo un bruco, destinato a diventare farfalla - incorruttibile e immortale - solo nell'aldilà, secondo la visione agostiniana.

I cosmonauti, spacciandosi per angeli scesi dal cielo, riescono a portare a termine la loro missione. In soli 84 giorni terrestri, fanno dei due continenti un’unica nazione democratica e attuano un processo di moralizzazione della popolazione. Se in così poco tempo si potesse creare questo ordine, ben vengano le Operazioni Angeli della Terra anche sul nostro pianeta!

Ritornando nel futuro su Tinno, ad attendere la squadra non vi sono corone di alloro, ma lo spettro del passato che ha preso possesso del presente e inneggia la vittoria. Il genocidio si è ripetuto, molto più cruento di quello che era stato in origine. Una lezione che i cosmonauti apprendono per essersi sostituiti a Dio. 

La scelta di strumenti, come i viaggi del tempo, può essere la risposta alle domande più profonde dell’uomo. Se si rimane delusi di un luogo, è presumibile che ci si possa spostare per trovarne uno migliore; si può andare, almeno con l’immaginazione, sottoterra, al di là del mare o più in alto delle stelle, e scoprire da qualche parte una perfetta utopia. Tuttavia se il mondo intero appare corrotto, vuoto e sterile, l’unica possibilità potrebbe essere quella di viaggiare nel tempo, saltando nel futuro o nel passato dall’inizio o alla fine, passando dall’Eden all’Apocalisse.

L’autore, impietosito dai suoi personaggi, introduce nella narrazione due gemelle aliene nate per meiosi da una forma vitale protoplasmatica, che concluderanno la storia con un lieto fine. 

Noi lettori, che abbiamo gli occhi aperti, dobbiamo tuttavia temere la potenza del male che è sempre in agguato in assenza di una conciliazione tra ragione e desiderio, sia nelle pagine di questo libro sia nella nostra vita. Un male pronto a creare una svolta al nostro destino verso la dannazione eterna. A noi l’ultima parola.

Cristina Bellon

Titolo:  Svolte nel tempo - romanzo

Autore: Guido Pagliarino

ISBN del libro:       978-88-6307-350-8

ISBN dell'e-book 978-88-6578-039-8

Pagine  176

Anno  2011

Editore  Zerounoundici Edizioni

Collana The Best of 0111 - Fantascienza